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La bibliografia su Verdi è riccha di libri brillanti, talora originali fino alla stravaganza. Ma in queste pagine, riproposte in occasione del centenario della morte del musicista, il "fatto" verdiano è assorbito nella sua totalità da una sensualità ostinata, che di volta in volta si accanisce sulla linea melodica o sul libretto e sulle sue misteriose parentele con la grande letteratura, oppure affronta il musicista, le sue donne e i suoi impresari sullo sfondo della solenne campagna padana. La complicità geografica del "paese del melodramma" per lui non ha segreti. Egli ne utilizza persino i vizi e la retorica, canticchia le cabalette più famose con l'insolenza del dilettante, ma poi si inchioda a quel rapporto preciso sfuggito a tutti.